“Dopo Stalingrado per Hitler la guerra era persa”. Un passo dal libro di Magri “Il sarto di Ulm”

Questo passo tratto dal saggio di Lucio Magri “Il sarto di Ulm” (il saggiatore, 2009) spiega bene e molto sinteticamente il ruolo decisivo avuto dall’Urss nel decidere le sorti della Seconda guerra mondiale. Parole che andrebbero ricordate a tutti i detrattori e a tutti coloro che oggi 9 maggio pensano che a Mosca stiano facendo solo una parata. 

“Le sorti del conflitto si rovesciarono nel momento in cui Hitler decise di invadere l’Urss. Con senno di poi è facile dire che, tra le tante, fu la maggiore tra le sue follie, ma spesso nella follia c’è una logica. Evidentemente Hitler era convinto che l’Unione Sovietica, al primo urto perdente in breve crollasse, sul fronte interno più ancora che per debolezza militare, come era crollata la Francia, e come era crollata trent’anni prima la Russia dello Zar. Come poteva resistere una razza inferiore, male armata, dominata da un autocrate asiatico? Il suo crollo avrebbe assicurato alla Germania il controllo di un immenso paese, una riserva inesauribile di forza-lavoro e di materie prime. A quel punto l’Inghilterra non avrebbe potuto resistere, gli Stati Uniti avrebbero avuto nuove ragioni per tenersi alla larga. E infatti molti anche tra i suoi avversari temevano che andasse così come Hitler era sicuro che andasse. Il primo urto vincente ci fu, forse anche perché Stalin non se lo aspettava così presto; i tedeschi arrivarono alla periferia di Mosca e ai confini delle regioni petrolifere. Ma a quel punto, anche per la geniale intuizione della “guerra patriottica”, l’Unione Sovietica si mostrò capace di una miracolosa mobilitazione popolare e di una sorprendente capacità industriale, gli alleati ne capirono l’importanza vitale e mandarono armi e risorse, Leningrado tenne duro accerchiata e affamata con mezzo milione di morti, i tedeschi furono fermati sulla strada di Volokolamsk, furono circondati e annientati a Stalingrado: cominciò la lunga marcia verso Berlino. Nel frattempo, Roosvelt incoraggiò e utilizzò l’attacco a Pearl Harbour dei giapponesi per portare finalmente gli Stati Uniti in guerra, una lotta partigiana efficace emerse in Grecia e in Jugoslavia. Dopo Stalingrado per Hitler la guerra era persa. E nella vittoria l’Unione Sovietica aveva avuto un ruolo decisivo pagando con ventuno milioni di morti. Il comunismo è stato un mito? Ammettiamo pure che in parte lo sia stato, ma a quel punto trovava buone ragioni per crescere. Inscrivere la Seconda guerra mondiale come scontro tra i due “totalitarismi” è una pura stupidaggine. Il fiume di sangue non l’avevano prodotto i comunisti, l’avevano versato”.

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