FESTA D’APRILE, 25

Quello di questa mattina non è stato il solito corteo che ha percorso le strade della NAPOLI derenzizzata . Un corteo che invece di avviarsi lungo l’asse del Rettifilo – Corso Umberto I per concludersi a piazza Matteotti si è snodato tra piazza Garibaldi, Castel Capuano, la zona del Vasto e della Duchesca per salire su verso via Foria ed infine a piazza Cavour per entrare in via  Sanità. I luoghi del disagio, dove vivono gli invisibili, la carne da macello per la camorra e per il lavoro nero. Coloro che compaiono sulle prime pagine o nei notiziari quando c’è una guerra di camorra o un furto oppure un assassinio efferato. Quelli che Renzi non vorrebbe mai che esistessero e quelli che Salvini vuole che esistano solo per la sua propaganda.

Quando siamo entrati nello storico rione la gente era incredula, qualcuno è uscito fuori dal suo negozio ed ha iniziato ad appludire, una vecchina dalla sua finestra era incredula a veder passare tutta questa gente e batteva le mani ricordando forse la sua giovinezza e il quartiere fatto di umanità e rapporti sociali, la fioraia, il garzone , il fornaio si distoglievano dalla routine quotidiana e comprendevano quanto fossero importanti, anche i turisti in fila ad aspettare il turno per entrare in pizzeria mostravano la loro meraviglia. Il garzoncello cortese correva fuori con il telefonino a filmare questo fiume di gente che suonava i tamburi della resistenza e pronunciava parole che rimandavano alla fondazione di questa nostra Repubblica, sentiva che la Liberazione nasce dalla Resistenza e che molti e molte hanno sacrificato la propria vita.

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