I GOVERNI DEL FARE … MALE: CRISI, LICENZIAMENTI DISOCCUPAZIONE I

di Fabrizio Salvatori

La cosiddetta ripresa di “Renzie” per ora ci regala tanti bei cali. Picchiate forse minori delle precedenti, ma di rialzi del Prodotto interno lordo non se ne parla proprio. “Solo un titolo di giornale”, ironizza Fedele Confalonieri, capo di Mediaset. A documentare i “numerelli” è l’Istat.

Secondo l’istituto di statistica, a febbraio 2014 l’occupazione nelle grandi imprese cala di almeno 500 dipendenti con una diminuzione rispetto al 2013 dell’1,0% al lordo dei dipendenti in cassa integrazione e dello 0,6% al netto. Una bella botta che non mancherà di far sentire i suoi effetti sull’indice generale dei senza lavoro.

Non è finita qui, perché l’Istat rileva anche che ad aprile 2014 l’indice composito del clima di fiducia delle imprese italiane scende a 88,8 da 89,5 di marzo. In questo siamo addirittura europei. Solo che lì viene considerato una specie di incidente di percorso, mentre da noi è un trend consolidato da mesi. L’indice complessivo riflette il peggioramento della fiducia delle imprese di costruzione e di quelle dei servizi di mercato; migliora, invece, la fiducia delle imprese manifatturiere e di quelle del commercio al dettaglio. L’indice del clima di fiducia delle imprese manifatturiere sale a 99,9 da 99,3 di marzo. Migliorano i giudizi sugli ordini (da -23 a -21) e rimangono stabili i saldi relativi alle attese di produzione (a 5) e ai giudizi sulle scorte di magazzino (a -1). Su questi cosiddetti “miglioramenti” c’è puzza di congiuntura, proprio a causa del tradizionale periodo di feste pasquali, un po’ come è accaduto ieri con l’indice dei consumatori. E la smentita potrebbe arrivare già con i dati del prossimo mese.

Secondo la Confesercenti, la crisi del mercato interno “dà segnali di attenuazione, ma non è di certo finita e soprattutto continua il grande disagio dei piccoli negozi, che va ridotto se non vogliamo che prosegua l’emorragia di chiusure: nel primo bimestre il saldo è già negativo di oltre 17mila imprese”. A peggiorare le cose è poi la “batosta fiscale” in arrivo. “Le piccole superfici, a febbraio, hanno registrato il 23esimo calo tendenziale consecutivo delle vendite. Per uscire definitivamente dalla crisi dei consumi bisogna fare di più, dice Consercenti, in primo luogo occorre una profonda svolta fiscale. L’andamento delle vendite, del resto, “conferma che le famiglie hanno aumentato l’acquisto di prodotti a prezzi più bassi. Secondo l’altra associazione degli imprenditori del settore, la Confcommercio, i dati Istat confermano che l’inizio del 2014 e’ “di piena stagnazione per i consumi e di convalescenza per l’economia”.

A completare il quadro i dati di Svimez sugli effetti della crisi economica al Sud. L’istituto di ricerca vede un preoccupante calo demografico: in dieci anni gli abitanti dei Comuni del Sud sono diminuiti di 420mila unita’. E dal Mezzogiorno si fugge per la mancanza di lavoro. Al Centro-Nord, dati alla mano, nello stesso periodo la popolazione e’ cresciuta del 6,8% e la Svimez lancia la necessita’ di predisporre un piano di primo intervento e rigenerazione urbana come driver di sviluppo.

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